domenica 30 ottobre 2016

Tempo e silenzio



"Una casa en el cielo
un jardín en el mar
una alondra en tu pecho
un volver a empezar

Un deseo de estrellas
un latir de gorrión
una isla en tu cama
una puesta de sol

Tiempo y silencio
gritos y cantos
cielos y besos
voz y quebranto

Nacer en tu risa
crecer en tu llanto
vivir en tu espalda
morir en tus brazos

Tiempo y silencio
gritos y cantos
cielos y besos
voz y quebranto

Una casa en el cielo
un jardín en el mar
una alodra en tu pecho
un volver a empezar

Un deseo de estrellas
un latir de gorrión
una isla en tu cama
una puesta de sol

Tiempo y silencio
gritos y cantos
cielos y besos
voz y quebranto

Gritos y cantos
cielos y besos

Voz y quebranto
voz y quebranto…”.

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"Nascere nel tuo riso
Crescere nel tuo pianto
Vivere sulle tue spalle
Morire nelle tue braccia"


Dopo averci creduto, adesso non ci resta che il tempo e il silenzio.

Cri 

domenica 24 aprile 2016

A te si giunge solo attraverso te

A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.

Io certo so dove sono,
la mia città, la strada,
il nome con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato con te.
Lì mi hai portato tu.

Come
potevo imparare il cammino
se non guardavo altro
che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine l'istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci oltre a te
offerta, che mi guardavi?

Ma ora,
quale esilio,
che assenza essere dove si è!
Aspetto, passano treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!

E finché tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perché so che là dove sono stato
né ali, né ruote, né vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perché so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.

(A te si giunge solo attraverso te - Pedro Salinas

sabato 23 aprile 2016

Fragile - Mina

Spesso la musica fa da compagna alle mie giornate e, secondo il mood, vado a cercare quella che più esprime in quel momento il mio sentire. Qualche giorno fa invece tutto è accaduto per caso.....non sono stata io a cercare ma è stata una canzone a trovare me. Dalla splendida voce di una delle cantanti che più riesce ad emozionarmi: la grande Mina.


Sì lo so, non è certo una canzone allegra ma spesso sono proprio i testi più malinconici e profondi a donarci (o almeno a donarmi) le sensazioni più forti. E la mia vena malinconica, che nel profondo mi accompagna sempre, credo abbia contribuito non poco a fare di me la donna che sono oggi. Lieta di emozionarmi ancora davanti ai colori del tramonto, ad un profumo che risveglia corpo e anima, alle musica che risuona nella stanza, alle parole di una poesia, all'abbraccio di mia nipote, al sorriso di un'amica, allo sguardo di gratitudine di una persona che ho aiutato nella sua lotta contro il buio. Lieta che la mia maturità mi abbia insegnato a lasciarmi andare senza troppi filtri, a ballare e cantare come se nessuno mi guardasse, ad essere leggera ma non superficiale, a sorridere di me stessa grazie anche alla grande capacità ironica di preziose amiche.......quella stessa maturità che mi ha insegnato ad apprezzare sempre il cammino della vita anche nei suoi tratti più irti e faticosi. 
Lieta di essere cosi come sono, forte e fragile.....semplicemente!


"Se un giorno potessi non sbagliare magari potrei anche dormire accanto ai tuoi occhi che sono la cosa più giusta e più vera che Dio mi dà"

Cri

venerdì 26 febbraio 2016

In un pomeriggio piovoso di febbraio all’improvviso…



Un pomeriggio piovoso di febbraio, un lunedì con tutta la settimana ancora da affrontare trascino il mio corpo e i miei pensieri a lavoro, pensieri oscillanti tra presente e futuro così incerti. Entro nella sala d’aspetto, saluto le segretarie, mi dirigo verso la mia stanza e vi entro senza guardarmi intorno ma so che due persone mi stanno aspettando, di sfuggita vedo solo le loro sagome sedute vicino alla porta.
Sono solo a metà della giornata e sono già così stanca che ho bisogno di almeno cinque minuti prima di ricominciare, cinque minuti per me…. io e i miei pensieri nel silenzio dello studio. Ok, dai, Cri, è ora…..mi alzo, apro la porta e per la prima volta soffermo il mio sguardo sulle quelle due persone che avrebbero dovuto essere due estranei ed invece, all’improvviso, mi trovo davanti la mia infanzia/adolescenza. Per un istante il cuore si ferma, non riesco a respirare e quasi immediatamente parliamo di te…….ci abbandoniamo ai ricordi di un tempo lontano che non tornerà più, un tempo dove eravamo felici (o forse così ci vedevo con gli occhi di bambina). E il ricordo di chi "non c'è più", di chi non è più nemmeno l'ombra della donna che era ci rammenta quanto siamo fragili e impotenti davanti ad un destino spietato che decide per noi senza possibilità di appello. Cosa ci resta allora? Cosa possiamo fare adesso?....Nient'altro che guardarci negli occhi, che nel frattempo si sono fatti lucidi, e abbracciarci stretti con l'affetto che il tempo non ha scalfito e mai lo farà.
E’ quasi sera, guido verso casa e ti penso. Nella testa tanti perché…… perché con la mia nascita e la mia presenza non sono stata capace di donarti la gioia di vivere e di lottare, perché il destino, dopo tutta la sofferenza, ha voluto questo per te, perché non riesci a comprendere che ho ancora bisogno di te, di quell’abbraccio mai dato, di quel sorriso tanto atteso…..perché mi sento così tanto in colpa, perché…….
Non ho mai pensato di abbandonarti e mai non lo farò ma ho dovuto fare delle scelte difficili e dolorose, è stato necessario prendere la dovuta distanza per non farmi trascinare in un baratro da cui sono certa non avrei fatto ritorno. Spero tu possa un giorno perdonarmi. La donna che un tempo mi ha insegnato ad ascoltare la musica con il cuore, a non giudicare né discriminare gli altri, ad amare e a accogliere chi mi stava chiedendo aiuto e conforto, quella donna sarebbe riuscita a perdonarmi……chissà se nel profondo del suo cuore riuscirà a farlo anche adesso.

Cri

sabato 6 febbraio 2016

"Non si può proibire ad un albero di essere albero e all'azzurro di diventare cielo"



Ferzan Ozpetek è uno dei miei registri contemporanei preferiti, lo amo profondamente forse perché nei suoi film trapela spesso una struggente malinconia. Qui riporto non solo il link ad una scena del film "La Finestra di fronte" (2003), dove in sottofondo possiamo apprezzare la splendida "Historia de un Amor", ma anche il testo della lettera a Simone che ascoltiamo dalla voce di Giovanna Mezzogiorno.

"Mio caro Simone, dopo di te il rosso non è più rosso, l'azzurro del cielo non è più azzurro, gli alberi non sono più verdi. Dopo di te devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perché se avessero visto saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre quando ancora non sapevo il tuo nome e tu sognavi un mondo migliore in cui non si può proibire ad un albero di essere albero e all'azzurro di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore, ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli. Come posso dire che questo è un mondo migliore? Come posso dirlo senza di te?"


Cri